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Il cinema documentario del dopoguerra: cultura e magia nelle periferie italiane

People

Lasagni M. C.

Course director

Benecchi E.

Assistant

Description

Obiettivi e contenuti

Il corso indaga un periodo particolare della storia del documentario e della cultura italiana: gli anni ‘50 e ’60 del ‘900.
In quell’epoca alcuni registi, tra i quali Vittorio de Seta, Gianfranco Mingozzi, Cecilia Mangini, Luigi Di Gianni, Pier Paolo Pasolini, hanno rivolto lo sguardo verso le periferie culturali e geografiche italiane - luoghi, persone, culture dimenticate dal discorso pubblico e dalle rappresentazioni del tempo. Per raccontare questi mondi nascosti in cui si mescolano tradizione, magia, storia, politica, sono allora nate inedite forme di collaborazione tra ambiti culturali diversi. Il cinema documentario italiano dell’epoca, infatti, si è nutrito di antropologia, poesia e letteratura, con i protagonisti di questi campi – da Ernesto De Martino a Pier Paolo Pasolini - che lavorano insieme ai documentaristi, i quali a loro volta, arricchiti da queste collaborazioni, sperimentano nuovi modi cinematografici.
Il corso tratta un momento importante (che costituisce la nascita del cinema documentario italiano come lo conosciamo oggi), in cui un gruppo di registi molto interessanti e ancora poco noti al grande pubblico collabora con intellettuali di formazione diversa. L’Italia, impegnata nella rinascita dopo la guerra, era protesa verso il futuro e sognava il miracolo economico; ciò che restava ai margini di questo processo – il Sud, con la durezza del lavoro ma anche i riti magico-religiosi, o le periferie di alcune grandi città – rischiava di venir dimenticato o disprezzato. Alcuni registi dell’epoca invece hanno raccontato quei luoghi, persone, culture, con film la cui bellezza si rivela spesso ancora attuale, e che rimangono elementi importanti per capire aspetti dell’Italia di oggi.

Organizzazione
Il corso affronta tre ambiti, che si intrecciano spesso tra loro.
1. Una prima parte introduce al contesto sociale e culturale dell’immediato dopoguerra, ed al ruolo svolto dall’Istituto Luce, tra propaganda e racconto di un’epoca.
2. Una seconda parte presenta il lavoro antropologico di Ernesto de Martino nel sud Italia, la sua analisi dei rituali magico-religiosi come forma di resistenza culturale, e l’influenza di questi studi nell’ambito documentaristico dell’epoca.
3. Contestualmente, una terza parte analizza il lavoro di alcuni dei principali documentaristi che hanno raccontato aspetti non consueti dell’epoca, e la loro collaborazione con letterati ed intellettuali.

Impostazione pedagogico-didattica
Oltre alle lezioni teoriche, un ruolo centrale sarà svolto dalla visione di filmati, dalla presentazione degli autori e dei contesti sociali e culturali in cui hanno lavorato. La loro analisi critica servirà ad alimentare la discussione in aula.

Modalità d’esame
L’esame sarà scritto e consisterà in alcune domande riguardanti i temi svolti durante le lezioni.

Bibliografia

Obbligatori
Estratti da:
E. De Martino Sud e magia, 2000 Feltrinelli.
E. De Martino La terra del rimorso, 2015 Il Saggiatore.
M. C. Lasagni, Nanook cammina ancora, 2014 Bruno Mondadori.
È inoltre obbligatoria la visione dei filmati presentati in classe, il cui elenco viene di volta in volta aggiornato dopo le lezioni sulla piattaforma “I Corsi”. I DVD sono disponibili presso la biblioteca.

Approfondimenti
Approfondimenti facoltativi verranno indicati durante il corso; ecco a titolo indicativo una serie di testi:
A. Rossi Lettere da una tarantata, Squilibri, Roma 2015.
Rivista sperimentale di Freniatria Psicopatologia e cultura nel pensiero di De Martino, Vol CXXIX n. 272005, F. Angeli 2005.
M. Capello (a cura di), La fatica delle mani: scritti su Vittorio De Seta, Milano, 2008, Feltrinelli (in Il mondo perduto, 2008, Feltrinelli).
P. P. Pasolini, J.Halliday, Pasolini su Pasolini, 1992, Guanda.
M. De Palma, Pasolini. Il documentario di poesia, ed. Falsopiano 2009.
P. P. Pasolini, Scritti corsari, Garzanti 2011.

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