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Latin philosophy and European intellectual lexicon

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Milanese G.

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Contenuti

Parte generale
Martin Heidegger considerava l’apporto della civiltà romana e della lingua latina alla storia del pensiero occidentale in modo assai duro, come un contributo puramente traduttivo che ha in realtà depauperato la ricchezza della lingua filosofica greca con risultati disastrosi per la storia dell’Occidente. Tuttavia, al latino si deve la struttura fondamentale del lessico intellettuale europeo, che dall’epoca classica, attraverso la tarda antichità e il Medioevo, giunge al mondo moderno; e alla civiltà romana va largamente ricondotta la scoperta di concetti, quale quello di volontà, che si incontrarono, spesso fondendosi completamente, con categorie ebraiche e del nascente mondo cristiano.
La filosofia pensata e scritta in latino non si presenta, come accade quando si ragiona sui testi greci, come un susseguirsi stupefacente di apporti geniali, ma, primariamente, come una tradizione di pensiero che assimila la categorialità del mondo greco e lentamente la trasforma, sempre riconducendo la teoria alla sfida dell’esperienza. Le letture si soffermano su autori di importanza storica e spesso teoretica indiscutibile (da Lucrezio a Seneca ad Agostino e a Boezio), che hanno contribuito a costruire il lessico filosofico europeo e le categorie della cultura occidentale.

Parte monografica: “La voce e le sue tracce”
Il rapporto tra la voce – la parola nell’atto della sua esecuzione – e le sue molteplici tracce è un tema essenziale nella riflessione filosofica antica: i testi centrali sono quelli nei quali Platone mette in causa la situazione comunicativa e in fine epistemologica di un mondo dominato dai testi scritti rispetto ad una situazione, ormai solo evocate e in qualche modo rimpianta, dell’oralità “primaria”, secondo la definizione di Eric Havelock (A Preface to Plato). Quando la filosofia si affaccia al mondo romano, la cultura ellenistica è ormai lontanissima dall’oralità evocata da Platone; ma si individuano nuove “tracce” dell’oralità filosofica: le trascrizioni della viva vox del maestro, l’insegnamento orale ricordato dai discepoli, la vita stessa del filosofo additata ad esemplarità. Il Cristianesimo apporterà un nuovo e decisivo elemento, cioè la “traccia” della Parola trascritta in testi dei quali si garantisce autorevolezza e affidabilità non solo umane; e da queste forme di rappresa oralità si svilupperanno le lezioni e l’esegesi, a loro volta nuova oralità che confluirà in nuovi testi scritti.

Obiettivi didattici

  • Comprensione del ruolo della cultura filosofica in latino (antica e tardoantica) per la costruzione della cultura europea.
  • Acquisizione di un quadro storico chiaro.
  • Lessico intellettuale in latino e formazione del lessico intellettuale europeo: esempi tra le varie lingue.
  • Prerequisiti: (1) conoscenza a livello manualistico delle grandi stagioni della filosofia antica; (2) per la lettura dei testi: conoscenza di base del latino.
Modalità didattiche
Lezioni frontali, con elementi seminariali soprattutto nelle ultime due settimane.
Uso intensivo della piattaforma per deposito di testi e correzione di elaborati durante il corso.
Modalità di valutazione
Esame scritto finale. Se apparirà opportuno, si potranno svolgere due prove parziali durante il corso, con valore del 25% sul voto finale.

Bibliografia

  • Spinelli, E. (ed.) L'età ellenistica, Carocci, Roma 2016
  • Annas, J. The Morality of Happiness, Oxford University Press, New York - Oxford 1993, anche in traduzione italiana: La morale della felicità in Aristotele e nei filosofi dell'età ellenistica, Milano, Vita e Pensiero 1998
  • Brague, R. Europe, la voie romaine, Groupe Fleurus, Paris 2005³, anche in traduzione italiana: Il futuro dell'Occidente. Nel modello romano la salvezza dell'Europa, Milano, Bompiani 2005

Altra bibliografia verrà indicata durante il corso e resa disponibile sulla piattaforma iCorsi

 

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