Search for contacts, projects,
courses and publications

SPAZI ASTRATTI Interferenze fra architettura e arti a Milano 1945-1970

People

 

Viati Navone A.

(Responsible)

Abstract

Le due Giornate di studi, promosse dall’Archivio del Moderno dell’Accademia di architettura-Università della Svizzera italiana in collaborazione con il CRAI.IT Centro di ricerca sull’Arte Astratta in Italia dell’Università Cattolica di Milano e l’American Academy in Rome, si propongono di indagare le relazioni che sussistono fra l’architettura e le arti – pittura, scultura, grafica, design e arti performative nella loro interazione con il costruito – secondo una particolare declinazione astrattiva che lega arte e architettura in termini mai indagati a fondo nel periodo compreso fra la fine della seconda guerra mondiale e l’inizio degli anni Settanta del secolo scorso.

Il Simposio, che ha forma seminariale, prende le mosse dalle riflessioni che erano state avviate in occasione del Convegno Internazionale di Studi, “L’architettura e le arti 1945-1970. Paragoni e intertesti” che l’Archivio del Moderno ha promosso congiuntamente con l’American Academy in Rome e l’Istituto Svizzero di Roma nel 2014, in cui si era delineato un inquadramento globale, in un contesto internazionale ampio, delle diversificate problematiche suscitate dall’intreccio tra imprese artistiche e architettoniche e le relative narrazioni spaziali. La nostra attenzione sarà questa volta focalizzata su un segmento spazio-temporale preciso ma che si costituisce come esempio significativo e rappresentativo della sinergia fra il progetto architettonico e l’arte astratta nelle sue plurime declinazioni: ciò che, nell’arco di tempo considerato, accade in riferimento a uno scenario geo-storico che implica la Svizzera di cultura italiana e la Lombardia e il cui epicentro è dato dalla città di Milano.

In questo ambito e entro questo orizzonte si assiste a un intenso scambio fra diverse figure professionali che si trovano riunite intorno al progetto dello spazio, urbano o architettonico, o che vi intervengono in temporalità differenti; scambio che caratterizza un’architettura alla ricerca di un dialogo con le arti d’inedito conio e determina anche una cultura del progetto specifica di cui si fa promotrice la città di Milano.

Appena conclusa la seconda guerra mondiale, architetti, designer, artisti, operatori visuali attivi nelle più diverse forme d’arte includenti fotografia e cinematografia, la coreutica e la performance, l’happening, sollecitati dalle urgenze e dal fervore della Ricostruzione, di quella che Calvino definiva nel 1961 “La belle époque inattesa”, si fanno promotori di nuovi interrogativi e di una nuova progettualità, di diverse economie fattuali, che portano a rinnovate collaborazioni in grado di incidere sulla cultura dell’abitare lo spazio e di promuovere inedite forme di appropriazione di spazialità a diverse scale, da quella della città all’interno domestico, dai luoghi del commercio, della cultura e dell’intrattenimento ai mezzi di trasporto arredati con la medesima cura d’un interno architettonico. Fino a comprendere la cellula abitativa minima intorno a cui lo spettacolo dello sbarco sulla Luna aveva acceso un immaginario particolarmente fertile, di cui la celebrata mostra al MoMA di New York del 1972 Italy. The New Domestic Landscape può essere considerata la più riuscita concretizzazione. I numerosi prototipi di abitazioni minuscole come capsule spaziali, spesso mobili come mezzi di trasporto, concepiti da architetti e designer molti dei quali milanesi, rappresentano il punto di arrivo di riflessioni di lungo corso, che accolgono le sfide imposte dall’ecologia, dove le nozioni di “spazio” e di “ambiente” si trovano inestricabilmente intrecciate.

Al centro della nostra attenzione vi sarà una serie di “ambienti spaziali astratti”, che saranno indagati su un duplice piano: da una parte, quello del dibattito critico e ermeneutico di riferimento, dei discorsi tenuti dai protagonisti e veicolati dalla pubblicistica di settore, che identifica luoghi e occasioni di promozione e di sperimentazione di questa filatura astrattiva con un occhio di riguardo per quei momenti e quegli episodi in cui si concretizza l’incontro tra arte astratta e architettura. Un incontro sempre declinato secondo le due specificità della collaborazione e dell’intertestualità, riprendendo le fila del precedente Simposio del 2014. Dall’altra parte, sarà il piano della materialità, delle forme tangibili e esperibili ad essere indagato mediante casi di studio rientranti in cinque tipi di spazialità che saranno oggetto di comparazioni: lo spazio pubblico (urbano ma anche dei mezzi di trasporto e delle infrastrutture ad essi legate), lo spazio domestico, i luoghi dell’intrattenimento (dai cinema ai teatri alla produzione radiotelevisiva), del commercio (negozi, grandi magazzini, gallerie commerciali urbane) e infine musei e gallerie nel loro configurarsi come ambienti culturali di trasmissione di conoscenze legate alle arti che il convegno intende esplorare nelle diverse forme di interazione. Le cinque categorie disegnano una geografia di traiettorie che in merito all’astrattismo e alla sua evoluzione determina linguaggi materici, concreti, cinetici e programmati che coinvolgono su più piani il laboratorio milanese e i territori gravitanti su questa metropoli. Ciò significa mettere sotto osservazione lenticolare la genesi costitutiva delle singole opere, la rete delle collaborazioni, i luoghi di promozione ed affermazione di questa storica vicenda, i traguardi raggiunti, le ragioni che hanno fatto di Milano un modello virtuoso ancora oggi celebrato.

Additional information

Start date
01.05.2023
End date
31.07.2023
Duration
3 Months
Funding sources
SNSF
Status
Ended
Category
Swiss National Science Foundation / Scientific Exchanges