Le Chiese di Roma nel Medioevo (1050-1300) (Corpus Cosmatorum II, vol. 6: San Paolo fuori le mura e San Pietro in Vaticano)
Persone
(Responsabile)
Persone esterne
Jäggi Carola
(Co-beneficiario esterno)
Abstract
Il progetto, condotto in collaborazione tra le cattedre di studi medievali dell'Istituto di storia e teoria dell’arte e dell’architettura dell'Accademia di architettura, Università della Svizzera italiana (USI), (Prof. Dr. Daniela Mondini) e dell'Istituto di Storia dell'arte dell'Università di Zurigo (UZH) (Prof. Dr. Carola Jäggi), ha come obiettivo la redazione di un catalogo in 7 volumi delle circa 120 chiese medievali romane rimaste o tramandate dalle fonti. La maggioranza die queste chiese ha dovuto cedere il posto ai rinnovamenti barocchi o ha perduto i suoi originari arredi liturgici. Lo studio dei frammenti superstiti nonché delle fonti testuali e figurative consente, tuttavia, di ricomporre un’immagine ricca e variegata della peculiare arte romana, nota con la definizione di “cosmatesca”. Ogni edificio occupa nei conflitti tra le fazioni una posizione specifica di autorappresentazione della curia, dell’aristocrazia, del Comune o degli ordini che dipendeva da segni forti e da evidenti distinzioni. Riflettendo anche la fortuna critica e la storia dei restauri, queste “biografie” delle chiese di Roma costituiscono un elemento della nostra presente storia delle idee.
Il sesto volume in lavorazione a partire dal 2018 è dedicato alle due celeberrime basiliche apostoliche di S. Paolo fuori le mura e S. Pietro in Vaticano. Erette nel IV secolo sulle tombe degli apostoli Pietro e Paolo entrambe conservarono la loro struttura paleocristiana e furono oggetto nei secoli XII e XIII di importanti interventi di aggiornamento del loro assetto liturgico e apparato decorativo. Mentre la basilica Vaticana fu poi sacrificata per dar spazio al grandioso edificio rinascimentale e barocco, la basilica sulla via Ostiense mantenne la sua facies tardo antica (e medievale) fino all’incendio del 1823 e alla conseguente demolizione che, fortunatamente, ne risparmiò lo splendido chiostro duecentesco. La trattazione in parallelo delle rispettive storie edilizie permette di evidenziare i rapporti reciproci tra le due basiliche martiriali, in costante tensione tra emulazione e demarcazione delle differenze, e tiene in conto anche l’idea della “coesistenza” di entrambi gli apostoli al di sotto degli altari maggiori dell’una e dell’altra basilica, riscontrabile nelle fonti dagli esordi del XII secolo.