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Visibility Reclaimed. Experiencing Rome’s First Public Museums (1733-1870). An Analysis of Public Audiences in a Transnational Perspective

Persone

 

Mazzarelli C.

(Responsabile)

Cascino G.

(Collaboratore)

Piccoli L.

(Collaboratore)

Frank C.

(Partner di progetto)

Mondini D.

(Partner di progetto)

Persone esterne

Capitelli Giovanna

(Partner di progetto esterno)

Cracolici Stefano

(Partner di progetto esterno)

García Cueto David

(Partner di progetto esterno)

Piva Chiara

(Partner di progetto esterno)

Abstract

Il dialogo tra musei e pubblico prende avvio a Roma con la fondazione del Museo Capitolino nel 1733 e prosegue con il rinnovo e l’ampliamento dei musei in età napoleonica e nel corso dell’Ottocento. Roma va intesa quindi anche come un laboratorio per il costituirsi del lungo dialogo (non privo di conflitti) tra istituzioni culturali, musei e pubblico nel corso dell’età moderna. La ricerca intende studiare l'evoluzione dei primi musei pubblici di Roma in relazione alle diverse provenienze geografiche e alle categorie (sociali, culturali, di genere) del pubblico internazionale e cosmopolita che vi accedeva. Seguendo la famosa definizione di Quatremère de Quincy (1796) con la quale l’intera città viene presentata come «Museo di Roma», un patrimonio ‘inamovibile’ da condividere e proteggere ‘nella sua interezza’, si intende studiare le sue collezioni di antichità, le gallerie dei palazzi, le ville patrizie, i monumenti antichi e moderni come una rete dinamica di luoghi urbani, itinerari e circuiti di visita sulla mappa dell’Urbe. Uno degli obiettivi principali della ricerca è quello di mettere a fuoco la coesistenza a Roma di diversi spazi culturali a cui i visitatori accedono con diverse modalità e gradi di libertà. Le domande di ricerca (come veniva definito e percepito il museo pubblico alle sue origini, inteso come spazio architettonico in corso di definizione, ma anche come luogo di incontro e di esperienza condivisa? Quali e quanti pubblici accedevano ai primi musei pubblici? Quanti e quali pubblici erano esclusi?) pongono al centro della riflessione storica e critica sul museo l’‘embodied encounter’ che invita ad andare oltre la dimensione visiva che lo spazio espositivo presuppone e a sondarne anche caratteristiche ed esiti alla luce dell’esperienza materiale dello spazio museale e del collezionismo e dei sistemi di disciplinamento del pubblico stesso attuati progressivamente dalle istituzioni tra XVIII e XIX secolo. Con un approccio interdisciplinare che include la storia delle istituzioni, le scienze sociali, la letteratura, la cultura materiale, la storia dell’economia e dei consumi culturali, si pone al centro della ricerca un corpus di fonti primarie, per lo più inedite, fra le quali le richieste e i permessi concessi per accedere ai musei, le richieste di copia, studio o rilievo dei monumenti antichi, nonché i libri dei visitatori. Il confronto con metodologie critiche che hanno sottolineato l'importanza della mobilità rispetto ai paradigmi ‘nazionali’ ed eurocentrici e che hanno fornito una geografia artistica dinamica di Roma nel XVIII e XIX secolo si pone a fondamento delle riflessioni del progetto e si presta a una prospettiva transnazionale e comparativa con altre geografie.

Informazioni aggiuntive

Data d'inizio
01.02.2023
Data di fine
31.01.2027
Durata
48 Mesi
Enti finanziatori
SNSF
Partner esterni
Museo Nacional del Prado, Durham University, Università Roma Tre, Università degli Studi La Sapienza
Stato
In corso
Categoria
Swiss National Science Foundation / Project Funding / Humanities and social sciences (Division I)