Ricerca di contatti, progetti,
corsi e pubblicazioni

Letteratura dell'infanzia

Persone

Bisello E.

Docente titolare del corso

Descrizione

In epoche precedenti la modernità, il bambino non ha statuto e consistenza propria, né definizione in quanto soggetto, se non nei termini privativi di chi ancora è “mancante di parola” e ragione (Barthes 1955). Alle soglie del Novecento, la sua condizione di minorità ed evanescenza inizia a essere riscattata dal manifesto della pedagogista Ellen Key, che assegna al secolo incipiente il titolo di Secolo dei fanciulli. In esso l’autrice teorizza la necessità di una svolta sociale ed educativa che poggi sul riconoscimento dei diritti universali dei bambini. In questa scia, è stato ricorrente nel Novecento l’appello a «decolonizzare il bambino» (Mendel 1972) fino ad allora “parlato” dagli adulti. Contemporaneamente ha preso corpo un movimento inteso alla valorizzazione estetica della letteratura dell’infanzia, fino ad allora confinata al ruolo-ombra di “Grande esclusa”, come denuncia l’opera di Francelia Butler (1972), a dispetto della sua natura di «[…] genere letterario più adatto a dire ciò che si ha da dire» (C. S. Lewis). Il suo stile semplice in questo senso non va inteso come sinonimo di elementare, ma come vocazione ad andare all’essenza del reale. 

Il tema comune di quest’anno: Fantasmi, simulacri, ombre, si sviluppa lungo tre assi interconnessi:

- la emersione del ruolo-ombra dei bambini a partire dal Novecento, contrassegnato, nelle sue espressioni sociali e artistiche dal “culto della fanciullezza” (Boas); 

- in questa disamina, avrà un ruolo centrale la poesia, ove l’infanzia ricorre come reliquia archeologica la cui casa è proprio la lingua della poesia (Y. Bonnefoy); in questa seconda linea, ci si concentrerà sul fantasma della madre (della sua assenza) nel testo poetico, nel caso specifico di Vivian Lamarque, dove lo “spettro” irreale ha una presenza ritornante che esercita un potere primario sulla scrittura;

- attenzione verso un genere crescente negli ultimi decenni (dagli anni ‘90), quello della letteratura infantile migrante o postcoloniale (casi di Igiaba Scego, Erminia Dell’Oro). I soggetti descritti sono in questo caso subalterni invisibili cui la scrittura si incarica di dare corpo di realtà, in una dinamica di cross-over rispetto ai temi caratterizzanti la letteratura migrante per adulti.

Obiettivi

Il corso intende fare conseguire le seguenti capacità:

  • Sapere tracciare un percorso ragionato nel panorama della cultura italiana, dal ‘68 ad oggi, che rifletta sulle innovazioni artistiche e pedagogiche riguardanti l’infanzia, con particolare attenzione ai bambini come lettori;
  • correlare il corpus testuale proposto (poesie, fiabe, racconti, albi illustrati, saggistica) con le svolte storiche e culturali relative all’infanzia dal secondo Novecento all’epoca contemporanea;
  • estendere anche ad altre produzioni testuali le competenze di lettura e commento critico acquisite durante il corso.

Modalità di insegnamento

In presenza

Impostazione pedagogico-didattica

Lezioni in presenza con momenti di discussione comune (in presenza o da remoto per scritto) 

Modalità d’esame

Progettazione di uno strumento didattico (in poesia o in prosa con fiabe e favole) a partire da raccolte d’autore. 

In allegato Bibliografia e Programma d'esame

 

 

Offerta formativa