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Linguistica pragmatica

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Caffi C.

Course director

Description

Ai margini della grammatica, al centro del dialogo: i segnali discorsivi fra monitoraggio interattivo e vaghezza.

Alcuni fenomeni linguistici sono stati a lungo ignorati dalla grammatica tradizionale, sia perché i modelli di lingua, spesso intesi in senso normativo, sono stati attinti da testi scritti, sia perché solo di recente la pragmatica è entrata a far parte a tutti gli effetti del sapere codificato dalle grammatiche. La pragmatica, che lega il dire a un fare, entro un contesto d’uso, ha così consentito di studiare classi di elementi che, pur appartenendo a categorie grammaticali diverse, svolgono funzioni simili e servono ai parlanti per monitorare il dialogo e per calibrare le distanze dal proprio dire e dall’interlocutore.

Tra questi elementi marginalizzati dalla grammatica, ma di importanza capitale per il funzionamento del dialogo, un capitolo importante è costituito dai cosiddetti ‘segnali discorsivi’ (markers pragmatici) che rappresentano una interfaccia fra grammatica e pragmatica e che costituiranno l’oggetto principale del corso. Dopo una breve presentazione delle categorie fondamentali della pragmatica, e il richiamo ad alcune categorie dell’analisi del discorso (discourse analysis) e conversazionale (conversation analysis), saranno illustrate le caratteristiche costitutive dei segnali discorsivi (desemantizzazione, plurifunzionalità, dipendenza dal contesto, etc.). Verrà illustrato il ruolo che essi giocano nello sviluppo e nel monitoraggio dell’interazione, nelle operazioni di negoziazione e di attribuzione di senso. Un’attenzione particolare sarà rivolta ad alcune classi di segnali, tra i quali diversi tipi di markers metacomunicativi e markers di modulazione e di vaghezza.

Il corso prevede una serie di esercitazioni centrate sul problema della trascrizione di frammenti dialogici reali.

 

Modalità d’esame: Esame scritto.

 

Bibliografia essenziale

Authier-Revuz, Jacqueline, 1998, "Énonciation, méta-énonciation. Hétérogénéités énoncia­tives", in R. Vion, a cura di, Les sujets et leurs discours, Aix-en-Provence, Publications de l'Université de Provence, pp. 63-80.

 

Bazzanella, Carla, 1991, I segnali discorsivi, in Renzi, L., Salvi, G., Cardinaletti, A., a cura di, Grande grammatica italiana di consultazione, Bologna, Il Mulino, pp. 225-257.

 

Caffi, Claudia, 2001, La mitigazione, Münster, LIT.

 

Caffi, Claudia, 2012, Pragmatica. Sei lezioni, Roma, Carocci.

 

Fasulo, Alessandra, Clotilde Pontecorvo, 1999, Come si dice? Linguaggio e apprendimento in famiglia e a scuola, Roma, Carocci.

 

Fele, Giolo, 2007, L’analisi della conversazione, Bologna, Il Mulino.

 

Fischer, Kerstin, ed., 2006, Approaches to discourse particles, Amsterdam, Elsevier, in particolare il capitolo I: Kerstin Fischer, "Towards an understanding of the spectrum of approaches to discourse particles: introduction to the volume", pp. 1-20.

 

Orletti, Franca, a cura di, 1994, Fra conversazione e discorso, L’analisi dell’interazione verbale, La Nuova Italia Scientifica, Roma.

 

Spitzer, Leo, 2007, Lingua italiana del dialogo, Milano, Il Saggiatore, in particolare il cap. I, “Forme di apertura del dialogo”, pp. 65-102.

 

Voghera, Miriam, 2017, Dal parlato alla grammatica. Costruzione e forma dei testi spontanei, Roma, Carocci.

 

Ulteriore bibliografia e materiali per le relazioni verranno forniti durante il corso.

 

Approfondimenti seminariali

 

Bercelli, Fabrizio, 1999, "Analisi conversazionale e analisi dei frame", in R. Galatolo e G. Pallotti (a cura di), La conversazione : un'introduzione allo studio dell'interazione verbale, Milano, Cortina, pp. 89-117.

 

Caffi, Claudia, 2001, "Cap. 9: Pragmatica della mitigazione in contesti terapeutici: cespugli, siepi, schermi", in La mitigazione, Münster, LIT, pp. 299-325.

 

Hölker, Klaus, 2005, "‘Diciamo’ come mitigatore", in K. Hölker e C. Maass (a cura di), Aspetti dell’italiano parlato, Münster, LIT, pp. 53-79.

 

Voghera, Miriam, 2014, "Da nome tassonomico a segnale discorsivo: una mappa delle costruzioni di ‘tipo’ in italiano contemporaneo", in Studi di grammatica italiana 33, pp. 197-221.

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